venerdì 20 maggio 2011

Shivalingam

Lingam di pietra in un Garbhagrha
Shiva è l’unica divinità induista che è venerata anche in una forma aniconica, non antropomorfa.
Mi riferisco al lingam (o linga) sia nella sua forma isolata sia nella sua forma unita alla yoni che potete vedere in questo post e in quello successivo.
Ovviamente esistono molteplici immagini antropomorfe di Shiva e ovviamente il Mahadeva è venerato anche nella sua immagine ‘esplicita’, ciò non toglie che sia l’unico dio hindu la cui immagine è molto spesso sostituita da un simbolo astratto, il lingam appunto detto anche Shivalingam. Ed è il lingam che viene collocato e venerato nel Garbhagrha, la parte più sacra dei templi induisti, il luogo nel quale viene conservata l’immagine del dio principale venerato in quel tempio, il sancta santorum insomma.
Il culto del lingam, principale culto per la setta shivaita dei Lingayat, è antichissimo essendo già presente nel  periodo prevedico.
Si tratta di un elemento cultuale totalmente autoctono che – dopo un iniziale tentativo di estromissione da parte del vedismo e del brahmanesimo – è entrato a pieno diritto a far parte dell’induismo. Si pensi che nel Rig Veda si disprezza coloro che venerano il lingam.
Come detto il lingam può essere da solo o unito alla yoni.
Lingam in sanscrito significa ‘segno’, ‘traccia’ ed anche ‘fallo’. Mentre yoni significa origine, provenienza, grembo e indica l’organo femminile.
Il lingam è una colonna, un pilastro, generalmente di pietra, ma può essere di qualsiasi altro materiale, in molti testi è descritto come una colonna di fuoco.  È costruito secondo forme e misure assolutamente prefissate.
La sua base è di forma quadrata ed orientata nelle quattro direzioni ed in genere non è visibile essendo interrata. La seconda parte è ottagonale e appoggiata sulla yoni.
Le tre parti del lingam devono essere di dimensioni proporzionali in base a molteplici parametri inclusa la casta di chi lo venera. 
Panchamukhalingam
In genere la superficie del lingam è liscia, ma esistono anche lingam sui quali sono scolpiti immagini del dio o uno o più volti di Shiva. In questo ultimo caso parliamo di Mukhalinga.
Quando i volti sono cinque – come nel caso del lingam che pubblico in questo post – si parla di Panchamukhalingam. Cinque è uno dei numeri di Shiva, come le sillabe del suo mantra Namah Shivaya.
Il lingam è il simbolo del Purusha, l’uomo cosmico, l’informale, l’immutabile, il tutto inespresso. Il simbolo dell’energia invece, della natura, di prakriti, di tutto ciò che è nel mondo è la yoni.
Uno è la causa immanente e l’altra la causa efficiente.
Il lingam sta nella yoni, quest’ultima rappresenta il potere che manifesta l’immanifesto, è il grembo in cui il lingam deposita il suo seme per generare tutto ciò che esiste nell’universo.

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