domenica 16 ottobre 2011

Krishna e la collina Govardhan

Krishna sostiene la collina Govardhan
Gli abitanti del villaggio di Vrindavana stavano preparando l'Indrapuja, il sacrificio annuale dedicato al re degli dei, signore delle piogge che con la sua benevolenza rendeva possibile la loro vita e quella degli animali da loro allevati.
Ma Krishna, settimo avatara di Vishnu che abitava con i pastori del villaggio, riuscì a cionvincerli che non era necessario fare quel sacrificio. "Non c'è bisogno di fare un sacrificio ad Indra, la pioggia cade lo stesso e l'acqua non mancherà nè per voi nè per i vostri animali nè per i vostri campi. E' meglio che il sacrificio lo facciate in onore della collina Govardhan, è lei che rende possibile la vostra vita, non Indra."
I pastori e i contadini di Vrindavana rimasero stupiti da quelle parole, ma dopo qualche esitazione iniziarono a celebrare un sontuoso sacrificio in onore della collina ai cui piedi sorgeva il loro villaggio.
Krishna voleva dare una lezione ad Indra divenuto troppo orgoglioso e voleva ristabilire le gerarchie, lui era la Persona Suprema cui i bakta, devoti, dovevano venerazione e culto.
Indra però non ci stette e chiamò a raccolta le sue più potenti nuvole a cominciare da Samvartaka, la terribile nuvola che appare ad ogni dissoluzione dell'universo. Sul villaggio di Vrindavana si scatenò il più furioso di tutti i temporali, per giorni e giorni piovve e grandinò. Il terreno non riusciva più ad assorbire l'acqua, il villaggio venne devastato da violente inondazioni, gli uomini e gli animali non sapevano più dove stare e si rivolsero a Krishna, supplicandolo di aiutarli.
Krishna allora sollevò con la mano l'intera collina di Govardhan ed invitò tutti i pastori ed i loro animali sotto quell'enorme ombrello.
Indra continuò a far cadere pioggia, ma gli aminci di Krishna erano al sicuro sotto la sua protezione e l'ira del re degli dei niente poteva contro Krishna.
Indra capì, fece smettere di piovere e si prostrò umilmente ai piedi di Krishna.
La collina Govardhan venne rimessa al suo posto e ogni anno ancora oggi viene celebrato un sacrificio in suo onore, il Govardhanpuja.

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